L’Epifania celebra l’arrivo dei Re Magi, che hanno percorso un lungo cammino per adorare il Dio Bambino. Essi sono i visitatori che compaiono in un episodio del Vangelo secondo Matteo. Avendo saputo della nascita di Gesù a Betlemme, vengono “dall’Oriente”, guidati da una stella, per rendere omaggio “al re dei Giudei” e portargli doni di grande ricchezza simbolica: oro, incenso e mirra.
Cosa celebriamo nell'Epifania?
Dodici giorni dopo Natale, l’Epifania celebra la visita dei Magi d’Oriente al Bambino Gesù. Oggi li conosciamo con i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, come li chiamava la tradizione del VI° secolo, che perpetuò l’idea che fossero tre, provenienti da continenti diversi, e li fece re. In realtà l’episodio iniziale raccontato da san Matteo, l’unico evangelista ad aver menzionato questi saggi, è estremamente enigmatico e soprattutto molto antistorico.
La festa viene dall’Oriente, dove era stata fissata per il 6 gennaio: festa delle luci, festa dell’acqua, è ancor più la celebrazione dell’inizio del ministero pubblico di Cristo.
Nella liturgia latina, dove questo giorno non è festivo, la celebrazione di questa festa è fissata nella domenica più vicina al 6 gennaio, affinché il maggior numero di fedeli possa commemorarla.
Programma per celebrare l'Epifania a Lourdes
Domenica 5 gennaio
h.10:00: Messa alla Grotta in diretta da TV Lourdes
h.14:00: Sui passi di Bernadette (FR)
h.18:00: Rosario alla Grotta
h.20:30: Rosario con fiaccolata alla Grotta
Epifania: una stella per la speranza
L’incontro dei saggi pagani con il Salvatore è il primo passo della grande rivoluzione silenziosa di un Amore senza confini, offerto ad ogni essere umano. La stella che li guida è quella che deve brillare nella vita di ciascuno di noi, in ogni nostra comunità. Essa ci guida affinché possiamo diventare “portatori di speranza”, missionari che con coraggio vanno avanti… Senza fermarsi mai.
Diventiamo portatori di speranza e prostriamoci davanti al Dio-Bambino. Maria, a Lourdes, il 25 marzo 1858 disse “Io sono l’Immacolata Concezione”, nello stesso giorno in cui ricevette l’annuncio dell’Angelo che le annunciava la venuta del bambino…
Oro, incenso e mirra: cosa significano i doni portati dai Re Magi?
“Ecco l’oro: è un re”, scrive san Gregorio Magno in un’omelia sull’Epifania, prima di proseguire: “Ecco l’incenso: è un Dio. Ecco la mirra: è un mortale”.
Tutte le grandi tradizioni spirituali dell’antichità legavano l’oro al divino. Attributo divino, l’incenso dei Magi saluta il neonato nell’umile culla e, al di là delle apparenze fuorvianti, un Dio. Proprio come l’incenso, la mirra era ricercata dalle antiche civiltà per la sua fragranza. Utilizzato per imbalsamare i defunti, servì a preparare le spoglie mortali di Cristo, come ci racconta il Vangelo secondo San Giovanni.